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I paesaggi sonori e l'ascolto consapevole

I paesaggi sonori e l’ascolto consapevole

L’attenzione verso i paesaggi sonori consente di fare esperienze coinvolgenti che stimolano un ascolto attivo, creativo e consapevole dell’ambiente che ci circonda.
I paesaggi sonori raccontano l’unicità dei luoghi, li tutelano e sono uno strumento prezioso per comprendere meglio la realtà in cui viviamo.

Definizione di paesaggi sonori

A partire dalla definizione che ne ha dato il compositore canadese Raymond Murray Schäfer nel suo The tuning of the word (1977) – testo a tutt’oggi fondamentale per gli studiosi della materia -, possiamo definire i paesaggi sonori come l’insieme degli eventi acustici che convivono in un determinato ambiente: i suoni della natura, quelli degli animali, delle macchine e quelli prodotti dall’uomo.

Il paesaggio sonoro è ormai divenuto un ambito di ricerca che coinvolge esperti di diverse discipline. Al World Forum for Acoustic Ecology partecipano antropologi, musicisti, architetti, geografi, musicologi, psicologi e audiologi che si confrontano sugli aspetti sociali, culturali ed ecologici degli ambienti sonori in tutto il mondo. Sulla scia del WFAE è nato il Forum Klanglandschaft (FKL), un’associazione europea che supporta le attività legate al paesaggio sonoro e agli spazi acustici nei campi della scienza, dell’educazione e dell’arte. Dal 2003, ogni due anni, FKL organizza un convegno in una città europea al quale partecipano relatori da tutta Europa e dal mondo. Il simposio che si è tenuto nel 2022 ad Urbino, dal titolo I saperi dell’ascolto, dedicato ai percorsi educativi nel paesaggio sonoro, lo si può ascoltare online in formato podcast

I paesaggi sonori e l’ascolto consapevole: il Soundmapping

Dunque i paesaggi sonori e l’ascolto consapevole sono diventati oggetto di studio. A ciò si aggiunge il fatto che il mappare un territorio da una prospettiva sonora è oggi un’area di sperimentazione che accoglie svariati progetti, in forma di archivi collettivi o piattaforme aperte.

Esistono mappe con l’ambizione di abbracciare l’interno mondo (Sound Around You, Cities and Memory, Radio Aporee, Ecouter le Monde) e mappe che raccontano vaste aree del nostro pianeta come, ad esempio, Fragment of Estinction. Ideato dall’artista del suono David Monacchi, Fragment of Estinction, per esempio, ha l’obiettivo di fissare su memoria digitale in alta definizione la preziosa complessità acustica degli ecosistemi nelle ultime aree incontaminate del pianeta a rischio di estinzione.
Ma ci sono anche progetti locali, mappe di di una singola regione (vedi per esempio Ticino Sound Map e Basque country Sound Map) o una singola città (Venice Sound Map).

Il caso Giappone

Il Ministero dell’Ambiente giapponese tutela cento paesaggi sonori.

Nel 1996 il Ministero dell’Ambiente giapponese, nell’ambito degli interventi per il contenimento dell’inquinamento acustico, chiese ai suoi cittadini di mappare i suoni più rappresentativi del Paese. Arrivarono oltre settecento segnalazioni da tutta la nazione e venne istituita una commissione di esperti che, valutandone il rischio di estinzione, ne selezionò cento, suddividendoli in suoni di esseri viventi, suoni della natura e suoni della vita culturale.

Da allora questi cento paesaggi sonori sono considerati un patrimonio da tutelare, preziose testimonianze dell’identità culturale giapponese, da preservare per le generazioni future. Online si trovano molti video e raccolte che ci consentono di ascoltarli.
Nella lista dei prescelti troviamo il suono delle campane della Chiesa ortodossa di Hakodate, le voci dei gabbiani a Kabushima, lo scorrere dei fiume Oirase, i canti del Neputa Festival. Ancora, il frangersi delle onde contro le rocce Kaminari-iwa, il rumore del traghetto a remi Yagiri-no-Watashi, le melodie con il flauto di bambù delle pescatrici di perle, il crepitio della sabbia sulla spiaggia di Kotogahama. E poi il suono più famoso di tutti: il vento che passa tra le alte canne della foresta di bambù a Kyoto.

Dal paesaggio sonoro alla cultura del suono

Se l’attenzione verso i paesaggi sonori è andata sempre più crescendo nel corso di questi ultimi anni è proprio per la loro capacità di farci vivere esperienze coinvolgenti che ci stimolano ad avere maggiore consapevolezza dell’ambiente che ci circonda. In fondo, riappropriarsi dell’attitudine all’ascolto non è solo un modo per raccontare l’unicità di un luogo e prendersi cura del patrimonio acustico del nostro pianeta ma, in ultima analisi, uno strumento prezioso per comprendere meglio la realtà in cui viviamo.

Partendo da questi assunti, il tema del paesaggio sonoro è diventato il punto di partenza per lo sviluppo di una cultura del suono che ha trovato diramazioni fertili nell’ambito dell’elettroacustica e della strumentazione musicale. A questo proposito, una delle esperienze più interessanti del panorama italiano è quella di Zeugma, un collettivo di sound artist impegnati a promuovere e divulgare la cultura del suono, allargandone il perimetro anche attraverso l’ibridazione dei linguaggi audio e video.

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